Ozzano dell’Emilia,
11 Novembre 2016

L’idea nasce nell’ottica di porre le basi di una imprenditorialità autonoma nel campo agricolo e zootecnico per alcuni giovani richiedenti protezione internazionale, che da sei mesi seguono un percorso di formazione zootecnica presso il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Alma Mater.
L’inaugurazione della Social Farm, a Ozzano dell’Emilia, è stata onorata dalla presenza di S. Ecc. l’Arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi e dal Magnifico Rettore dell’Università di Bologna, Francesco Ubertini.

Il progetto fattoria didattica e solidale nasce da una articolata collaborazione fra Vet for Africa, le Acli di Bologna, l’Asp Città di Bologna, l’Ateneo bolognese con il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Oficina I.S., la Fondazione Grameen Italia, PerMicro, il Comune di Bologna (con l’Istituzione per l’inclusione sociale “Don Paolo Serra Zanetti”) e il Comune di Ozzano nell’Emilia.

In particolare, l’idea di avviare una fattoria didattica e solidale, che si deve soprattutto all’impegno personale e professionale del Prof. Arcangelo Gentile, della Prorettrice alle Relazioni internazionali Prof.ssa Alessandra Scagliarini e del Delegato alla disabilità Prof. Rabih Chattat, nasce nell’ottica di porre le basi di una imprenditorialità autodeterminata nel campo agricolo e zootecnico per alcuni giovani richiedenti protezione internazionale, che da sei mesi seguono un percorso di formazione zootecnica presso il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Alma Mater.

L’esperienza dei giovani africani si è rivelata, ad oggi, molto positiva: da ciò, la volontà di proseguire la loro formazione in fattoria in tema di allevamento, mungitura e trasformazione del latte. L’intenzione è che questo positivo percorso di inserimento socio-lavorativo non rimanga circoscritto a ciò che è stato fatto finora, ma prosegua e si sviluppi con un meccanismo a staffetta, accogliendo altri giovani richiedenti protezione internazionale che, a loro volta, potranno essere affiancati dai colleghi più esperti. Grazie all’impegno, in diversa misura, dei soggetti partner, il percorso formativo continuerà fino a quando il progetto non diventerà autosostenibile: questo è lo scopo del piano imprenditoriale alla base della Fattoria.

Il progetto ha nella rete di partnership il suo punto di forza: ognuno ha creduto ed investito, in modo differente, nell’idea. L’auspicio è quello di poterlo “esportare” ad altre realtà, proponendolo come modello virtuoso di integrazione, ma anche di creazione di lavoro e di indotto per tutto il territorio.