Il termine Social Business indica un nuovo modello idealtipico di impresa, in cui l’obiettivo dichiarato e perseguito è la massimizzazione del valore sociale prodotto, avendo come vincolo l’autosufficienza economica. Secondo Muhammad Yunus, che ha contribuito ad introdurre attraverso la “sua” Grameen Bank l’idea di Social Business nel panorama mondiale, un’impresa con finalità sociali deve essere condotta come una vera azienda, con prodotti, servizi, clienti, mercati, spese e ricavi, ma con l’imperativo del vantaggio sociale al posto di quello della massimizzazione dei profitti.

Yunus definisce il Social Business come
“Una società per azioni, che, al posto della massimizzazione del profitto, pone al centro della propria azione il conseguimento di obiettivi sociali. È posseduta e controllata da investitori privati che hanno a cuore temi come la riduzione della povertà, l’assistenza sanitaria per i poveri, la giustizia sociale, la sostenibilità globale e che al posto di un puro profitto finanziario ricercano soddisfazioni di natura psicologica, emozionale e spirituale”.

(Yunus, 2008, Un mondo senza povertà, p.42)

Il Social Business è dunque un’impresa sostenibile che opera esclusivamente per raggiungere un determinato obiettivo sociale, non produce perdite e non distribuisce dividendi. Un’azienda che opera nell’ambito del Social Business è mossa da motivazioni altruistiche e gli eventuali profitti sono utilizzati per espandere la portata del business, migliorare il prodotto e/o servizio o creare altri social business per risolvere altri problemi.

L’impresa con finalità sociali è un caso particolare di imprenditorialità sociale ma, proprio per questo, non tutti gli imprenditori socialmente orientati sono impegnati in business sociale. Non si tratta né di elemosina né aiuti pubblici: al contrario, il Social Business è una forma di iniziativa economica capace di attivare le dinamiche migliori del libero mercato, conciliandole però con l’aspirazione a un mondo più umano e civile. Da un punto di vista più concettuale, il Social Business è un innovativo modello d’impresa che concilia gli obiettivi socio-ambientali tipici del Settore pubblico e delle organizzazioni del Terzo Settore con l’efficienza e la sostenibilità economica di un’impresa tradizionale. A differenza delle risorse investite in progetti d’aiuto, quelle investite in un social business non si esauriscono, ma in un circolo virtuoso, continuano a generare benefici socio-ambientali per la Comunità grazie all’auto-sostenibilità economica del modello.

I sette principi che M. Yunus utilizza per descrivere il Social Business

  1. L’obiettivo dell’impresa è il superamento della povertà, o la risoluzione di uno o più problemi sociali non la massimizzazione del profitto.
  2. L’impresa è finanziariamente ed economicamente sostenibile.
  3. Gli investitori recuperano solo il capitale investito, senza alcun dividendo.
  4. Quando il capitale investito è restituito, i profitti dell’impresa restano al suo interno e vengono impiegati nell’espansione e nel miglioramento dell’attività.
  5. L’impresa si impegna ad adottare una linea di condotta sostenibile dal punto di vista ambientale.
  6. I lavoratori  percepiscono salari allineati alla media di mercato e godono di migliori condizioni di lavoro.
  7. E’ importante che tutto questo sia fatto con motivazione e partecipazione!

Il modello elaborato da Yunus prevede due tipologie di Social Business:

I tipo

Azienda che cerca di contribuire alla risoluzione di un problema sociale mantenendosi in pareggio, non distribuisce utili e si impegna ad investire l’eventuale surplus nell’ampliamento e nel miglioramento dell’impresa stessa;

II tipo

Impresa orientata al profitto, la proprietà è in mano ai poveri direttamente e indirettamente, tramite un trust di gestione fiduciaria impegnato per statuto a risolvere un determinato problema sociale